Dopo un periodo in cui sembrava essere caduta nel dimenticatoio, la pentola a pressione è tornata in auge negli ultimi anni del passato millennio riuscendo a recuperare spazi commerciali che sembravano ormai preclusi. A facilitarne la diffusione è stata in particolare una caratteristica molto preziosa in una epoca nella quale occorre ottimizzare i tempi a disposizione per ogni operazione. La pentola a pressione, infatti, consente di ridurre i tempi di cottura degli alimenti a due terzi o, in certi casi, anche sino alla metà, grazie al fatto che la temperatura di ebollizione dell’acqua, per effetto della pressione del vapore trattenuto nella pentola, sale a 120°C rispetto ai 100°C che caratterizzano la cottura tradizionale.

Un po’ di storia

Anche se moderna nella concezione, la pentola a pressione vanta una lunga storia alle spalle, se solo si considera come il primo prototipo risalga addirittura al XVII secolo. Artefice della sua invenzione fu il fisico francese Denis Papin: lo strumento da lui creato, ribattezzato “digesteur” non ebbe però grande fortuna commerciale.
Dovranno quindi passare secoli prima che una azienda tedesca, la Silit, si decidesse a lanciare sul mercato un suo modello, suscitando una notevole curiosità. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, però, la pentola a pressione tornò a far parlare di sè, proprio nel Paese ove era nata, in Francia, ove la SEB brevettò un modello perfezionato che poi, nei decenni successivi fu ulteriormente rifinito in seguito all’aggiornamento tecnologico.

Cosa distingue la pentola a pressione?

Il tratto distintivo della pentola a pressione è lo speciale coperchio a chiusura ermetica grazie al quale è possibile impedire la fuoriuscita del vapore derivante dall’ebollizione dei liquidi che sono versati all’interno del recipiente. Su di esso sono poi presenti due valvole, quella di esercizio o di sfogo, riconoscibile per il colore rosso e più alta, la quale lascia fuoriuscire il vapore facendo diminuire la pressione in eccesso e quella di sicurezza, la quale entra in funzione ove la prima si sia inceppata o sia ostruita. Nel caso in cui la pressione sia eccessiva, la valvola di servizio si alza facendo uscire il vapore acqueo gradualmente emettendo l’ormai classico fischio.
Va poi ricordato che il recipiente, munito di due manici, è in acciaio inox, quindi molto resistente, oltre ad avere un triplo fondo formato da due strati di acciaio chiamati a stringere quello di alluminio, in modo da distribuire meglio il calore ed evitare che i cibi possano attaccarsi.
Per comprendere meglio la sua fattura e il suo funzionamento, si rimanda comunque al sito sulle pentole a pressione www.pentola-pressione.it, sito espressamente dedicato all’argomento che si distingue per chiarezza ed esaustività delle informazioni proposte.